"E' necessario che quando l'insieme delle virtù si fa motivo di lusinga, lo sguardo dello spirito si rivolga alle proprie debolezze e faccia nascere in sé una salutare umiltà, dando risalto non al bene compiuto, ma a quello che si è trascurato di compiere, in modo che il cuore, nella contrizione, al ricordo della propria debolezza, si renda più saldo nella virtù al cospetto dell'auotre dell'umiltà".
Regola pastorale IV, 65. Città Nuova Editrice, Roma 2008, p. 243.
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